Birra artigianale barricata Xienophile di Birrificio De Alchemia
Azienda: De Alchemia
Provenienza: Saracena
Stile: Ale IGA

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Scheda tecnica della birra
Provenienza: Calabria - Saracena CS
Produttore: Birrificio De Alchemia
Formato: 75 cl.
Alcool: 7%
Aspetto: ambrata dal colore intenso
Stile: Ale IGA (italian grape ale) Special
Struttura: buona struttura
Gusto: equilibrata con spiccata freschezza nel finale
Ingredienti: acqua, malto d'orzo, uve di moscato bianco di Saracena, luppolo e lievito.
Affinamento: in botti di rovere di secondo passaggio usate per affinamento di vino rosso dei migliori cru calabresi.
IBU: 13
OP: 13,5
La descrizione del sommelier
Una Ale IGA (italian grape ale) Special, detta cosi perchè si utilizza uva autoctona del luogo dove nasce la birra. Color Ambra luminoso e schiuma quasi assente. Il naso si divide su due fronti, da una parte la freschezza mediterranea, dall'altra note scure di malto e della tipica lavorazione in birrificio. Si possono percepire ad una temperatura non troppo bassa delicate note di uva passa, incenso, erbette di campo, agrumi canditi, fieno secco, biscotto ai 4 cereali, davvero tanta finezza e classe da vendere. Il sorso è di buon corpo, e bisogna guardare l'etichetta per capire che ha 7% di alcol, perchè sono integrati molto bene e poco percettibili. L'entrata è dolce, direi equilibrata, ma dura pochi istanti, perchè da dietro le quinte arriva irruenta una freschezza intensa e decisa, ma non invadente che accompagna la beva fino all'ultimo istante della sua buona persistenza lasciando spazio, nel sottofondo, a impercettibili sensazioni di amaro, un amaro di mallo di noci. Birra particolare, da abbinare bene.
Consigli del sommelier
Non è decisamente una birra da bere quando si ha sete, anzi bisogna tirarla fuori come asso nella manica, quando si vuole un effetto sorpresa, e abbinarla a piatti grassi, ma non troppo, e di media intensità aromatica, in grado di bilanciare bene la piacevola freschezza su cui gioca la bevuta.
Ale è il termine usato per indicare le birre ad alta fermentazione, che cioè impiegano nel processo lieviti del ceppo Saccharomyces cerevisiae, i quali prediligono temperature elevate e, durante il processo (che risulta, quindi, piuttosto rapido), salgono in superficie del tino di fermentazione; all'opposto, il termine lager indica le birre a bassa fermentazione. Le ale sono molto comuni in Gran Bretagna e Irlanda, ma anche in Germania, nelle province orientali del Canada, Stati Uniti e Belgio. La fetta più grossa del mercato mondiale della birra riguarda però le lager.
Le IGA non rappresentano uno stile definito, sia nella teoria che nella pratica, ma sicuramente vanno alla grande. Le Italian Grape Ale, cioè le birre italiane caratterizzate da diverse varietà di uva, sono tra noi – già dal 2006 – sono di moda e alcune sono anche ottime. Si tratta di birre nelle quali il carattere dell’uva, con la sua aromaticità e tipicità, deve essere presente e non compromesso degli ingredienti del mosto di birra. Perché di questo si tratta: mosto di birra e uva, che può essere presente sotto forma di frutto al naturale, di mosto muto, di sapa, di mosto fermentato o anche solo di vinaccia. Uniti danno vita a una bevanda ponte tra questi due mondi così diversi, così in antitesi. Anche l’acidità è spesso una particolarità di queste produzioni che, se presente, dovrebbe comunque essere più una nota di fondo che un’ingombrante sensazione palatale. Insomma, secondo la descrizione dello stile, le IGA non dovrebbero avere niente a che vedere con l’acidità spiccata di un Lambic – e qui, il condizionale è d’obbligo. L’Italia non è l’unica nazione produttrice, ma se le hanno chiamate Italian un motivo c’è. Anzi, più di uno. Le Style Guideline del BJCP, che dall’edizione 2015 ha implicitamente dichiarato che la nostra nazione è un punto di riferimento per tale tipologia, cita la creatività. I birrai italiani non hanno conosciuto un Reinheitsgebot né birrifici tramandati di generazione in generazione, per cui lavorano senza legami, liberi di sperimentare ingredienti particolari o nuove tecniche produttive. Tuttavia, personalmente, non credo che abbiano un primato in quanto a eccentricità in questo senso. È anche (ma non solo) una questione di materie prime. Non abbiamo una tradizione birraria consistente, che abbraccia i secoli e coinvolge le generazioni come accade in Belgio, per cui ingredienti come il luppolo non sono mai entrati a far parte della nostra cultura. Il vino e l’uva, invece, sono talmente partecipi della cultura italiana da essere spesso sinonimo di italianità all’estero. Inoltre, sono la migliore dimostrazione dell’incredibile biodiversità del nostro Paese. Di certo, le IGA offrono al birrificio la grande opportunità di ancorarsi al territorio d’origine usando uve locali. La territorialità è sempre stata, infatti, il punto debole della birra italiana, che ancora oggi utilizza quasi sempre materie prime provenienti dall’estero. Usare nella birra un vitigno autoctono, laddove una volta si era sperimentato con la castagna, aiuta a colmare questa lacuna, se mai doveste vederla come tale. Oggi le IGA rappresentano per molte persone ancora una novità, per cui l’hype è sempre alto.
L'azienda
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Scheda tecnica
- SELEZIONE
- Consigliato dal Sommelier
Idea Regalo
Premiato - FAMIGLIA
- Birra artigianale calabrese
- PRODUTTORE
- De Alchemia
- MOMENTO IDEALE
- cena
- ABBINAMENTO
- formaggi freschi
pizza e panini
secondi piatti di mare - PROVENIENZA
- Calabria - Saracena
- AFFINAMENTO
- legno
- STRUTTURA
- di buona struttura
- ALCOL
- 5 / 7%
- ASPETTO
- birra ambrata
- STILE
- Ale
- GUSTO
- equilibrata
- FORMATO
- 75 cl
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