Cantina Boccafolle

La Società Agricola Boccafolle di Balbia S.r.l., costituita nel 2014 dalla famiglia Bruno, con sede a Mottafollone (CS) è nata con l’obiettivo di produrre un numero limitato di bottiglie, ricercando ogni più sottile margine di miglioramento volto ad otteneRe un prodotto finale di elevata qualità ed eleganza nel pieno rispetto della radice territoriale.
FILOSOFIA.
Microclima e natura del terreno, forza e carattere dei vitigni, metodologie di coltivazione biologiche con sovescio annuale a file alterne, potatura corta e diradamento all’invaiatura, raccolta a mano, selezione dei grappoli con trasporto immediato in cantina, vinificazione con controllo continuo della temperatura e infine appropriati periodi di affinamento, hanno consentito il raggiungimento di margini di qualità significativi e appaganti, ma non esaustivi nello spirito innovativo dell’azienda. Tutta la filiera, è gestita direttamente dall’Azienda. L’intero processo è curato dall’Amministratore Unico Ottorino Bruno, Ingegnere, già Professore Ordinario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, attualmente in pensione per limiti di età. Dopo 52 anni vissuti a Pisa, fra studi universitari e vita accademica, rimasto solo per imponderabili vicissitudini della vita, ha deciso di rientrare definitivamente nel piccolo borgo dove è nato e ha trascorso gli anni indimenticabili della prima infanzia, per dare corpo ad un sogno a lungo vagheggiato e fino ad ora sopito. E’ sua speranza che la creazione di un’attività produttiva, sia pure di modeste dimensioni, possa contribuire alla riqualificazione dei terreni e dei servizi di questo piccolo centro rurale, offrire nuove possibilità occupazionali, conseguire crescita della produzione di beni e fornire un contributo, sia pur minimo, all’inversione di un ciclo demografico da tempo, purtroppo, sensibilmente negativo.
STORIA. In epoca molto remota, sul territorio appartenente oggi ai comuni di Mottafollone, Malvito, San Sosti e Altomonte, lungo le valli poste ai piedi di imponenti massicci montuosi, è stata fondata la città di Balbia, colonia della Magna Grecia, della quale oggi restano interessanti e significativi reperti. Balbia era a tutti gli effetti avamposto di Sibari e luogo di sosta “trading post” per il ristoro dei mercanti e gli approvvigionamenti per le carovane che percorrevano la rotta tra i due mari attraverso la via di collegamento Sibari-Mottafollone-San Sosti-Cirella-Orsomarso-Verbicaro-Lao. Detto percorso, seppure non molto agevole, rappresentava la più breve e praticabile via di comunicazione per le carovane che operavano intensi scambi commerciali (prevalentemente mercanzie alimentari quali cereali, legumi, ortaggi e soprattutto olio e vino) fra le colonie poste sui due mari. Il tracciato si snodava attraverso le valli del fiume Esaro e dei suoi affluenti Occido e Rosa, superava l’appennino costiero in corrispondenza del Varco del Palombaro, (alla quota di circa 800 metri s.l.m.), appena sopra l’odierno Santuario della Madonna del Pettoruto, per scollinare sul versante tirrenico, in corrispondenza dei territoridegli attuali comuni di Cirella, Orsomarso, Verbicaro e raggiungere la costa tirrenica lungo la valle del fiume Abatemarco. L’importanza strategica della via che si snodava lungo le valli dei fiumi Esaro e Rosa è testimoniata dagli esiti significativi di scavi archeologici eseguiti sui ruderidi due fortini militari, denominati Casalinie e Artemisia edificati a protezione delle carovane che la percorrevano per il trasporto delle merci dall’uno all’altro mare. Vari antichissimi e pregevoli reperti sono stati rinvenuti durante l’esecuzione di detti scavi. Fra questi merita specifica e particolare menzione il ritrovamento di una splendida scure votiva in bronzo, più precisamente una ascia-martello,conservata al British Museum di Londra e classificata come risalente al VI-V secolo a.c.. Sulla penna della scure è presente un’epigrafe di enorme rilievo storico in quanto risultata essenziale per decifrare la lingua dorica nel dialetto acheo.
IL PODERE. Nei primi anni del duemila, abbiamo dato inizio ad una ricerca accurata volta alla selezione e al recupero di antichi ceppi di pregio, alla loro identificazione e quindi al reimpianto in un podere di famiglia posto in località “Boccafolle”, in agro di Mottafollone, da sempre particolarmente vocato “terra rossa” alla coltivazione della vite. I terreni del “Podere Boccafolle” hanno una superficie complessiva di circa 10 ha di cui 5 già impiantati a vigneto. Gli impianti più vecchi risalgono al 1969, altri negli anni 1990-91 ed i rimanenti nel 2006-2009. La natura del terreno, grasso e ferroso, contiene una modesta percentuale di argilla che determina un effetto prezioso sulla vegetazione della vite e sulla qualità del prodotto finale. Piena esposizione a mezzogiorno, ampia escursione termica notturna favorita dalle alte cime dei monti innevate fino a giugno e, infine, lieve ventilazione presente quasi tutti i giorni nelle ore pomeridiane e serali, contribuiscono a creare un microclima unico ed ideale per la vegetazione delle viti e la maturazione del frutto che rimane integro fino all’appassimento. Il Vigneto del podere di “Boccafolle” è situato su un altopiano posto fra i fiumi Occido ed Esaro, lievemente ondulato e digradante a Sud- Est verso lapiana di Sibari, schermato e protetto da Nord-Est a Nord-Ovest da maestose cime rocciosesempre innevate da dicembre a maggio. Esse formano un baluardo a forma di anfiteatro che si estende dal Pollino alla Montea (localmente denominata Melara) ove si innesta saldamente sulla dorsale tirrenica dell’appennino, eriggendo una naturale ed efficace barriera protettiva dai venti freddi che spirano da Norde Nord-Est e dalle burrascose tempeste provenienti dal Tirreno. Si origina così un microclima ideale per la coltivazione della vite, fresco, asciutto e lievemente ventilato, con sensibili escursioni termiche noturne. I Vitigni Pur fra difficoltà immani, utilizzando al meglio la tradizione orale e i frammenti di documentazione scritta pervenuti fino a noi, è stato possibile selezionare e reimpiantare nei vigneti di Boccafolle tre vitigni autoctoni di antica origine, due a bacca nera conosciuti come “Greco Nero” e “Magliocco o Lacrima o Guarnaccia Nera” e uno a bacca bianca conosciuto come “Guarnaccia Bianca di Boccafolle”. Su dette varietà sono state effettuate accurate analisi genetiche finalizzate al riconoscimento varietale e clonale nonché allo studio delle parentele utilizzando la tecnica dei marcatori microsatelliti, ritenuta la più efficace allo scopo. I risultati ottenuti indicano che si tratta di vitigni di antica coltivazione dal dna sconosciuto la cui origine è strettamente legata al territorio dell’Alta Calabria. Per completare la descrizione del sito, uno dei vigneti del podere Boccafolle è impiantato a “Merlot” fin dal 1968 e un altro di epoca più recente a “Pecorello”, ulteriore vitigno autoctono della Calabria oggi piuttosto noto anche se non molto diffuso nonostante le sue buone qualità vegetative e le ottime caratteristiche del vino che ne deriva.
Territorio: Mottafollone (CS)
Anno di fondazione: 2014
Ettari vitati: circa 3
Bottiglie prodotte: circa 12.000
Età media delle vigne: 15 anni / 25 anni / e particelle di 50 anni
Filosofia aziendale: convenzionale ma con trattamenti minimi.
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