
Il winebox del sommelier: espressioni di mantonico autoctono calabrese
La selezione del sommelier, di vini tipici calabresi da uve mantonico, varia in base a disponibilità, nuove annate e nuovi inserimenti.
La selezione del sommelier, di vini tipici calabresi da uve mantonico, varia in base a disponibilità, nuove annate e nuovi inserimenti.
Invece di 170,54 €
La selezione del sommelier, di vini tipici calabresi da uve mantonico, varia in base a disponibilità, nuove annate e nuovi inserimenti.
Politiche per la sicurezza
Politiche per le spedizioni
Politiche per i resi merce
Un po' di storia. È uno dei più antichi vitigni autoctoni della Calabria, importato agli inizi del VII secolo a. C. dai coloni greci sbarcati sul promontorio di Capo Zeffirio, nella bassa Locride. L’ etimologia della parola Mantonico deriva dalla parola greca “mantonikos”, a sua volta derivante dal sostantivo “mantiseos” che significa indovino, profeta. Infatti, oltre a generare quel gioioso stato di ebbrezza in chi lo consumava, era bevuto principalmente dai sacerdoti dell’antica Locri Epizephiri e dagli indovini. Fortemente legato a quell’immenso filone culturale delle divinazioni che ha caratterizzato per millenni l’intera Italia meridionale, ha lasciato delle tracce indelebili nell’intero occidente diffondendosi attraverso i culti dionisiaci, gli oracoli e i baccanali di epoca romana. Oggi è coltivato soprattutto lungo il litorale ionico della Calabria, nel tratto di costa che dalla Valle del Neto, Locri e Palizzi scende verso Bianco. Si tratta di una regione collinare, caratterizzata da terreni calcareo-argillosi, particolarmente vocati per le uve bianche. Il clima è mediterraneo, con estati molto calde e secche, mitigate dalle brezze del mare. Il mantonico è un vitigno che rappresenta un piccolo patrimonio storico del territorio calabrese, per lungo tempo dimenticato e che solo negli ultimi anni si comincia finalmente a valorizzare, anche grazie a un rinnovato interesse verso gli autoctoni.
Le caratteristiche del mantonico. Secondo l’antica consuetudine greca, il mantonico è ancora oggi allevato prevalentemente ad alberello, anche se nelle nuove vigne non mancano impianti a spalliera. La pianta produce grappoli di medie dimensioni, con acini dalla buccia piuttosto spessa, che arrivano a maturazione con un colore giallo dorato. È una varietà a maturazione tardiva e il clima secco della Locride, unito alla presenza di una buccia resistente, hanno favorito la consuetudine di far appassire le uve su graticci prima di procedere alla fermentazione, in modo da ottenere vini dolci e concentrati. Sono vini da dessert dal colore dorato, con riflessi ambra, molto apprezzati per gli aromi floreali e agrumati, uniti a note di miele e frutta secca. Al palato esprimono una suadente morbidezza gustativa, unita a gradevole freschezza e grande persistenza finale. Le versioni vinificate in secco, mettono in luce struttura e un buon corredo aromatico, con note d’agrumi, frutta matura, pesca, albicocca, che con il tempo tende ad arricchirsi d’eleganti sentori di pietra focaia e cera d’api. Gli aromi fruttati sono sempre sostenuti da una viva vena acida, che conferisce al vino scorrevolezza e bevibilità. Nel caso di una breve macerazione sulle bucce, il vino acquisisce una leggera ruvidità tannica, molto caratteristica e piacevole al palato.
Il parere del sommelier sul mantonico.
L'esperienza diretta in campo presso la Cantina Statti di Lamezia Terme mi ha concesso l'opportunità di studiare da vicino questo vitigno, a mio avviso davvero molto sottovalutato. Nel mondo è conosciuto come pilastro della viticoltura di Bianco (RC) nella produzione di vini passiti, tradizione greca arrivata ai nostri giorni. Ma è nella versione secca, a mio umile avviso, che assume un aspetto assai intrigante, misterioso, complesso, un aspetto autentico ed unico, in grado di sfoderare vini maestosi e molto tecnici. La cantina Librandi ha fatto scuola e indicato la strada in questo con il noto Efeso, subito dopo penso che uno dei migliori vini regionali sia quello delle Cantine Statti, che con le basse rese e il batonage in grandi botti di acacia a elevato questo vitigno come pochi in regione. Un uva che matura tardi, che è ricca di polifenoli e di acidità, caratteristiche principali e basilari per creare vini longevi. Ecco perchè tutte le versioni in commercio sono vini longevi, complessi, profondi e ampi. Come per esempio lo Zaleuco della cantina Le Moire, un altro bianco che da sempre mi emoziona, e che regge benissimo i 10 anni in bottiglia come i suoi colleghi. Virando verso vini cosi detti "naturali" troviamo le pregiatissime versioni della cantina Ciavola Nera, giovani ragazzi che si vogliono imporre sul mercato con i loro vini "dissidenti" e fuori dagli schemi. E, concludendo, non si può non citare il GURU dei vini naturali in Calabria, Dino Briglio della cantina L'Acino Vini, a lui si deve il recupero di un vitigno che risultava "estinto", il mantonico pinto, bacca bianca pinta di nero e che pare sia un uva tutta a se rispetto al resto. Dino è noto in tutto il mondo per i suoi vini "naturali" , nella sua cantina i tempi sono dettati dalla stagionalità e dal "respiro" dei suoi vini. Nessuna forzatura, vini bianchi e rossi in grado di esprimere tutta la loro eleganza a distanza di anni. Concludendo, penso che per gli appassionati di vino e di territorialità sia un obbligo fare tappa su questa bacca bianca, ci si potrebbe innamorare di peculiarità introvabili nel resto del mondo. In questo winebox dedicato al mantonico con un solo click porti a casa il meglio del meglio, da degustare a temperature mai inferiori agli 8 gradi e in compagnia di piatti dalla struttura imponente come solo il mantonico sa essere. Salute !!!
Michele Ruperto
Sommelier Professionista
Un vitigno antichissimo, anche questo pare sia stato portato dai Greci, un po' come tutti gli autoctoni calabresi, le sue origini però restano ancora non svelate del tutto in quanto è coltivato un po' in tutto il sud Italia, ma la sua espressione massima da sempre la si trova in Calabria. C'è chi sostiene che il mantonico bianco calabrese sia un vitigno a se dal montonico bianco coltivato nel centro sud. Solo in Calabria comunque viene lavorato in purezza e solo qui sono stati fatti studi scientifici molto importanti. Nella Terra degli Enotri pare abbia trovato l'habitat ideale e dagli anni 2000 si assiste ad un notevole lavoro di recupero di questo antico vitigno. La maturazione tardiva, la ricca presenza di polifenoli e di acidità, ne fanno un vitigno unico in grado di dare vita a vini longevi, complessi e di grande personalità.
Scheda tecnica
Clicca qui per lasciare una recensione