Vendita online Nduja | tutto sulla Nduja Calabrese, la storia, come si produce, come si mangia e quale vino abbinare.

Secondo me è davvero difficile trovare una persona nell' universo (!!) che non conosca la Nduja Calabrese, unica al mondo, unica nel suo genere, prodotta esclusivamente in Calabria, e probabilmente è il simbolo gastronomico più importante di questa Terra "piccante". Un prodotto tipico calabrese che più tipico non si può, ha conquistato palati di tutto il mondo e se per caso dici Calabria non puoi non pensare alla Nduja, forse anche per la singolare pronuncia. Sta di fatto che questo prodotto cosi ricercato, oggi è il cuore pulsante dell'economia di interi territori e comuni, un ingrediente che è stato in grado di entrare anche nelle cucine stellate di tutto il mondo.

Ma che cos'è esattamente la Nduja ?? Quando nasce la Nduja ?? Come si prepara ?? Come si mangia la Nduja e soprattutto quale vino abbinare con la Nduja?? Cerchiamo di rispondere a queste domande...

Partiamo dalle origini della Nduja, o meglio, da quello che si sa, e vediamo cosa significa esattamente Nduja.
Gli storici, come spesso accade, si dividono sulla nascita di questo prodotto, c'è chi sostiene che sia stata creata dagli Spagnoli intorno al 1500, portata in Italia insieme al peperoncino, e c'è chi crede che siano stati i Francesi a farlo all'inizio del 1800. E le persone del luogo cosa dicono? La "storia" più diffusa in Calabria, tramandata di padre in figlio per generazioni, racconta che fu Gioacchino Murat il papà di questo prodotto diventato oggi simbolo di una regione intera. La tesi più accreditata, quindi, fa risalire le sue origini al periodo Napoleonico (1806-1815). Sembra che in quel periodo, Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte, avesse ordinato ai suoi di distribuire gratuitamente un salume spalmabile francese a base di trippa, per entrare nelle grazie dei Lazzari dello stato partenopeo. Questo salume aveva un nome che oggi suona particolarmente familiare: andouille. Nduja infatti sembra derivi dal termine andouille che a sua volta deriva dal latino "inductilia" (cose pronte per essere introdotte) e da "inducere". A quanto pare ebbe così tanto successo fra i calabresi, che si appropriarono dell’idea modificando la ricetta in base alle risorse dell’epoca: grasso, cotiche, frattaglie e, ovviamente, peperoncino piccante.

La teoria che accomuna davvero tutti certo è che la ‘nduja nasce storicamente dietro l’esigenza di utilizzare anche le parti meno nobili e pregiate del maiale. Soprattutto in passato, infatti, era composta prevalentemente da cotiche e frattaglie. Nel corso degli anni ha assunto connotati completamente diversi giungendo a noi così come la conosciamo: un insaccato morbido e pastoso, dal sapore avvolgente, deciso e piccante, capace di insaporire sughi, caratterizzare inimitabili bruschette, condire pizze, valorizzare formaggi stagionati, esaltare piatti molto semplici, aromatizzare legumi, fare da supporto ad intingoli con cui condire la pasta, esaltare il gusto di pietanze a base di carne e perché no anche di pesce. Oggi gli unici ingredienti utilizzati per la preparazione di questo gustosissimo insaccato sono: le parti grasse del maiale lardo, grasso e pancetta, con l’aggiunta del peperoncino piccante. L’abbondate contenuto di peperoncino rosso con le sue proprietà antisettiche ed antiossidanti, fa sì che la ‘Nduja non abbia bisogno di conservanti e coloranti. Dalla fusione di questi elementi poveri, tradizione ed innovazione sono capaci di tirar fuori un prodotto mobile e e unico dal colorito rossastro vivace, dalla consistenza pastosa, quasi simil cremosa, dall’aroma speziato piccante ed equilibrato. Il paese di origine della ‘nduja è Spilinga piccolo comune situato nella parte centro-occidentale della provincia vibonese, alle pendici del Monte Poro. La cittadina è divenuta famosa proprio per la produzione della ‘Nduja, l’Associazione Provinciale Agricoltori ha messo a punto un disciplinare molto ferreo in cui vengono definite molto rigidamente le materie prime da utilizzare e i vari passaggi di lavorazione previsti dalla ricetta originale della nduja calabrese. La nduja ha ottenuto, infatti, la Denominazione di Origine Protetta.

Ma nel dettaglio come si prepara la Nduja Calabrese ??
La Nduja viene prodotta solitamente in inverno,  con le parti più grasse della carne di maiale, quali il guanciale, la pancetta ed il lardello, che vengono tritate e poi impastate insieme ad un abbondante quantitativo di peperoncino piccante rigorosamente calabrese, che, oltre a dare alla carne un colore rosso ben definito, come detto sopra, ne permette una lunga conservazione e permette a questo prodotto di essere 100% naturale e genuino. Al peperoncino si devono inoltre gran parte delle proprietà nutritive e benefiche della ‘nduja, che può diventare un valido alleato dell’apparato digerente e circolatorio. Una volta che l’impasto assume una consistenza sufficientemente omogenea e cremosa, viene insaccato nel budello chiuso naturale del maiale per poi venir sottoposto ad una leggera affumicatura con erbe aromatiche o legno di ulivo. Dopo di che si lascia stagionare in modo del tutto naturale per un minimo di tre mesi. La Nduja viene poi messa in commercio come un classico insaccato sottovuoto o in pratici vasetti di vetro, che ne mantengono inalterato il sapore ed il gusto, anche per lunghi periodi.

Come conservare e degustare al meglio la Nduja?
La Nduja in budello va conservata in frigo anche prima di essere aperta, mentre quella in vasetto può restare anche fuori frigo (prima di essere aperta) ma ad una temperatura non superiore ai 14/16 gradi. Per poterla gustare al meglio consigliamo di lasciarla riposare al di fuori dalla confezione sottovuoto per qualche ora, cosi come andrebbe tolta dal frigo qualche ora prima di essere degustata. Tanto è alta la sua versatilità che non conosce confini alla fantasia e ai mille modi di poterla assaporare al meglio. Il rito che consigliamo noi, quello più neutro per capirne anche la qualità, è quello di mettere un po' di nduja in un piatto fondo e versare lentamente dell'olio extravergine calabrese facendolo assorbire schiacciando bene con una forchetta (come se doveste schiacciare delle patate bollite). Quando il prodotto diventa cremoso al punto giusto è pronto per essere spalmato su una fetta di pane rigorosamente riscaldato sulla piastra; da qui in poi preparatevi all'apoteosi. Come accennato qualche rigo più su, ci sono poi una marea di possibilità di utilizzare la Nduja, essa è capace di dare un tocco unico ai vostri piatti che possono essere antipasti, formaggi, primi, primi al forno, pizze, panini, con la carne, con li legumi, con le zuppe, credetemi che è davvero buona con tutto.

E parlando di bere, quale vino si potrebbe abbinare alla Nduja ??
Come molti di voi sanno, ci sono ingredienti e cibi dove la scuola insegna che è difficile o quasi impossibile trovare un abbinamento, tra questi ricordiamo il carciofo, il limone, l'aceto, e anche il peperoncino. Tornando alla Nduja, se isoliamo per un attimo il peperoncino, cosa resta? Carne di maiale e tanto grasso !!! E cosa bisogna abbinare in contrapposizione a queste caratteristiche che troviamo nel piatto?? Serve forza per pulire, e per pulire nel vino si scegliere alcool, acidità e bollicine, a seconda di quanto dobbiamo pulire !!! In questo caso, con la Nduja, il mio consiglio è quello di scegliere un rosso corposo, strutturato, imponente nella forza alcolica e povero di tannini, serve un rosso rotondo, non durissimo ma con buona acidità, alcool non inferiore a 14 gradi, e se possibile che nasca da rese molto basse e che sia ricco di terpeni e antociani. L'abbinamento cromatica è anche importante, cosi come quello dei profumi. Ecco perchè io consiglio di provare un rosso dal bellissimo colore rubino intenso e impenetrabile, naso ampio intenso e complesso, abbastanza fresco e di corpo. Tra i vitigni calabresi, quello che consiglio di più è sicuramente un magliocco in purezza, non giovanissimo. E se non ti piace bere il vino rosso ?? Be, mi è capitato di provare anche con un metodo classico non dosato, che faccia almeno 6/8 anni sui lieviti, e che non sia inferiore ai 12,5 gradi. Devo dire che anche in questo caso è stata un piacevolissimo matrimonio.

La Nduja Calabrese è davvero un patrimonio unico da custodire, valorizzare, proteggere e tramandare alle generazioni future, e spero che in questo, noi calabresi, non falliremo.

Il nostro contributo di valorizzare la Nduja Calabrese, la Nduja di Spilinga, è quello di dare l'opportunità alle persone di tutto il mondo di averla sulla propria tavola con un semplice click. Scopri la nostra pregiata vendita online di Nduja Calabrese, troverai la Nduja di Spilinga sia in budello che in vasetto (anche al miele), e poi una magica e orgasmica Nduja di Maiale nero calabrese allevato allo stato brado. Se il Paradiso esiste sicuramente li mangiano Nduja !!

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Michele Ruperto
Sommelier Professionista

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